Quando ci si chiede quali siano le migliori munizioni da tiro, si risponde che è difficile individuarle, e che forse sarebbe più esatto domandarsi quali siano le giuste munizioni da tiro, perché dovrebbero essere messe in relazione a chi le usa, al suo fisico e alla capacità di assorbire il rinculo, al tipo di fucile e calciatura che utilizza, al modo di sparare al volo, di scatto, con largo anticipo, più riflessivo e fluido.
Si ritiene che, nella ricerca che il tiratore fa della “sua” migliore munizione, tutto possa partire da questa valutazione. Si tratta di un dilemma che ha sempre assillato tutti i tiratori da quando hanno iniziato a praticare l’ambiente delle pedane da tiro a volo. Negli anni ’90 le munizioni che andavano per la maggiore erano quelle della ditta Maionchi le Trap 3 Rekord e anche la Az-20, e quelle della SNIA, mentre pochi utilizzavano le Triumph e le Podium, abbastanza pubblicizzate sulle riviste di settore.
Mentre le prime erano le classiche munizioni con bossolo rosso, arancione o blu, le ultime due presentavano un packaging e uno stile accattivante, nere con scritte dorate la prima e argentate la seconda, poi risultava piacevole il fatto che sui campi erano poco diffuse e chi le sparava si sentiva un po’ più “professionista”. Chi si cimentava nell’utilizzarle, inizialmente non trovava differenza tra le due munizioni, ma in seguito, continuando a spararle, si iniziava a percepire che c’erano delle differenze che si rivelavano poi essenziali.
Il neofita iniziava a sparare con le Podium che risultavano essere più morbide specie nel periodo estivo, essendo molto dolci al rinculo e consentivano di raggiungere dei risultati medi; utilizzate però nel periodo invernale o primaverile la media di piattelli colpiti scendeva molto, e spesso si dava la colpa alla scarsa concentrazione e allenamento causato dal fatto di provenire dal periodo di fermo.
Quando, invece, si passava a utilizzare le Triumph, già nel periodo primaverile all’apertura dei campi, la media si manteneva subito alta e in linea con la stagione precedente, tuttavia quando iniziava a fare più caldo questa munizione risultava essere più violenta. Ciò causava una modifica nell’impostazione di imbracciata (spostando l’appoggio sulla spalla e non appoggiando bene lo zigomo al montecarlo per attenuare gli effetti del rinculo) e quindi l’ingaggio del bersaglio da metà serie in poi all’incirca, risultava sfasato e ciò si traduceva in scarse prestazioni.
Chi sparava Maionchi, invece, le sparava tutto l’anno con tranquillità perché erano delle munizioni equilibrate, non avevano picchi in eccesso né in difetto nella prestazione.
La munizione costante
Da quanto detto si dovrebbe tener conto di un interessante dato, come sottolineato un recente sondaggio di B&P effettuato tra i tiratori relativamente a quale sia la caratteristica più ricercata in una munizione, che è la costanza.
Con il termine “costanza della munizione” si intende indicare il grado di insensibilità della munizione agli sbalzi climatici, in quanto umidità, temperature rigide e caldo, sono tutti fattori che influenzano i componenti delle munizioni, polvere e innesco soprattutto, perciò un tiratore professionista o comunque che intende mantenere determinati risultati in pedana, cercherà di individuare quelle cartucce che gli daranno maggiore sicurezza nell’utilizzo durante tutto l’arco dell’anno, offrendo una resa balistica ottimale.
Ogni tiratore, sia esso professionista o neofita, tende a mantenere un equilibrio psicologico e una serenità che gli consentono di ottenere dei buoni risultati in pedana. Per ottenere questo status è necessario però che il tiratore sappia, con una quasi assoluta certezza, che la reazione dell’arma e della munizione usata sia quella attesa. Infatti, ognuno possiede un proprio ritmo quando spara, tempi di reazione soggettivi dal momento in cui appare il bersaglio a quando si preme il grilletto.
Questo ritmo si uniforma ed è strettamente legato alla resa della munizione e alla sua costanza altrimenti il tiratore sarebbe costretto a modificare ogni volta il suo tempo e l’anticipo, quindi il suo modo di sparare. Stessa cosa dicasi per il rinculo dell’arma generato dalla combustione ed espulsione del proietto, sarebbe impensabile per un tiratore utilizzare una munizione che varia sensibilmente i valori pressori mutando gli effetti del rinculo, perché le armi per il tiro al volo, non essendo a recupero gas, non compensano la forza del contraccolpo che viene quindi tutto assorbito dal calcio e trasmesso alla spalla e zigomo del tiratore.
Però il tiravolista moderno potrebbe avere un vantaggio in più, quello di montare sulla sua arma un calcio tecnico in legno e alluminio, come il Futur-K6Am della ditta Futurmec srl di Urbania. Questo calcio, infatti, in pochissimo tempo e con pochissimo sforzo consentirebbe di montare degli spessori in gomma che ammortizzano il rinculo dell’arma consentendo di cambiare munizione, ad esempio, passando da una a velocità standard a una HV senza avvertire eccessiva differenza in termini di sollecitazioni e rinculo, mantenendo una reazione coerente dell’arma al rinculo.
Come individuare la cartuccia giusta
Con la maturità e i buoni consigli di chi è più esperiente, si riesce a individuare e scegliere una buona cartuccia da tiro che dia costanza nell’utilizzo e quindi serenità nella prestazione. In fase di scelta, bisogna comunque effettuare due tipi di considerazione: una relativa alla qualità dei componenti che il caricatore o l’azienda di produzione hanno utilizzato; l’altra relativa alla prova pratica della munizione per verificarne i requisiti prima di fidelizzarla e portarla in gara.
Analisi dei componenti
L’analisi dei componenti può essere di tipo visivo, aprendo un paio di munizioni e valutando, così, consistenza del bossolo, selezione dei pallini, borra, quantità e tipo di propellente, innesco. O si può effettuare un’analisi di tipo analitico partendo dalla scheda del prodotto e si valuteranno:
Il bossolo
Partiamo dal tubo in plastica che comunemente chiamiamo bossolo. Oltre alla funzione di tenere all’interno tutti i componenti della cartuccia, esso svolge una funzione importantissima nell’atto dello svolgimento e apertura della cartuccia, perché una tenuta eccessiva o troppo leggera della chiusura influenzeranno positivamente o negativamente la resa balistica.
La polvere o propellente
Le polveri che si utilizzano nella cartucce da tiro non solo devono assicurare uniformità di spinta del proietto, traducendosi ciò in valori pressori e prestazioni di velocità costanti e quindi in rosate uniformi, ma devono anche essere stabili e insensibili alle differenti condizioni climatiche, devono cioè essere costanti dal punto di vista termodinamico.
I pallini
Una buona rosata dipende molto anche, forse soprattutto, dalla selezione fatta a monte dei pallini. La perfetta sfericità, durezza e regolarità delle piccole sfere contribuirà a creare una rosata la più omogenea possibile in grado di colpire nel miglior modo il bersaglio in volo. Infatti i pallini destinati alle competizioni vengono realizzati con una lega speciale al 5% di antimonio che li rende più duri e meno soggetti a deformarsi, ciò determina una migliore coerenza di traiettoria, e vengono selezionati per sfericità e regolarità dimensionale.
La borra
Questo elemento plastico svolge diverse importanti funzioni all’interno del bossolo.
Innanzitutto tiene premuto il propellente da un lato e tiene insieme i pallini dall’altro. Evita il contatto tra gli incandescenti gas propulsivi ed i pallini che altrimenti subirebbero un eccessivo riscaldamento che provocherebbe fusione e deformazione.
La borra assorbe, inoltre, la violenta spinta dei gas di combustione trasferendola in modo uniforme sulla superficie retta della canna in modo da spingere la massa dei pallini in modo uniforme e regolare.
Ma non è ancora finito il compito della borra, essa protegge lo sciame dei pallini dal soffio di bocca (soffio dei gas pressori) fuori dalla canna in modo che lo sciame non venga sparpagliato e si mantenga compatto e si apra simmetricamente.
Per ottenere tutto ciò le borre devono essere di buon livello qualitativo, devono possedere un pistone ammortizzante e una struttura che assicuri tenuta uniforma e perfetta apertura dei petali, per tale motivo molte sono pretagliate (vedi borre B&P). Con l’utilizzo delle munizioni da 24 grammi si sono dovute creare delle borre apposite, più lunghe nella parte centrale, e con un corpo centrale a celle in modo da non risultare troppo morbide al momento della combustione né troppo rigide.
La prova al banco o alla placca
Una volta analizzati i componenti e ritenuti soddisfacenti, si rende necessario effettuare un’ulteriore verifica sui diversi lotti di cartucce, in quanto si possono presentare delle differenze al variare del lotto della polvere.
Se la ditta produttrice non effettua questo controllo al banco facendo test a campione, non assicurando, quindi, l’omogeneità dei lotti messi in commercio, dovrebbe essere il tiratore ad occuparsene facendo prove alla placca, magari, per rendersi conto se c’è costanza balistica e di rendimento.
Provare nuove munizioni
La prova della placca, oltre ad essere la più comune tra i tiratori, viene utilizzata quando decidono di cambiare munizione, ovviamente, o di provarne una di nuova produzione. Il motivo che spinge a questa scelta è quello di cercare migliorare le proprie prestazioni. La prova alla placca consente di dissipare molti dubbi riguardo alla munizione, ma soprattutto ci fornisce un feedback oggettivo della resa balistica maggiore delle prove fatte in allenamento.
Quali valori rilevare
Nella prova alla placca, invece, si valuterà ampiezza e densità della rosata effettuate alle giuste distanze e con entrambe le canne, l’energia dei pallini e quindi la loro capacità fratturativa. Se si possiedono già delle cartucce fidelizzate, potrebbe essere interessante mettere a confronto le vecchie munizioni con le nuove a parità di grammatura, ovviamente.
La prova in allenamento
Alcuni considerano la prova in allenamento come sostitutiva al banco o alla placca, ma in realtà questa dovrebbe essere successiva alle prime perché la rottura casuale di uno o due piattelli magari più lontani del solito all’interno di una serie, non solo non sono un indice della qualità della munizione, ma possono fuorviare il giudizio del tiratore.
Per ovviare a questo genere di inconveniente sarà opportuno effettuare la prova su un numero più o meno consistente di cartucce, diciamo 250, che provate in allenamento ci faranno capire subito se ci sono miglioramenti nelle prestazioni o meno; ci daranno una verifica visiva della capacità di rottura del piattello; ci daranno la giusta percezione del rinculo dell’arma.
L’importanza della velocità
Una volta effettuati tutti i vari test, componenti, banco o placca, allenamento, la fase successiva è la scelta finale della munizione che ci dovrà accompagnare in allenamento e in gara. La ricerca ci avrà portati ad individuare una cartuccia equilibrata, affidabile e costante. Ma non abbiamo parlato di velocità. È la velocità un aspetto da tenere in considerazione? È vero che le migliori cartucce da tiro sono quelle più veloci? Analizziamo con attenzione tale aspetto considerandolo caso per caso.
I vantaggi della munizione veloce
Effettivamente in molti sport la velocità è un elemento importante, ed anche nel tiro a volo gioca un ruolo chiave.
È un dato di fatto che una munizione veloce impiega meno tempo ad arrivare sul bersaglio semplificando l’azione di puntamento e l’anticipo. Così molte industrie armiere hanno perfezionato munizioni da 24 grammi che raggiungono la velocità di 435/ms, come le F2 Power di B&P.
La scelta operata ha delle motivazioni di fondo e non è lasciata al caso, ovviamente. Utilizzando una munizione veloce che arriva prima sul bersaglio, si capisce bene che non ci sarà bisogno di calcolare troppo anticipo nel tiro, anzi basterà allineare il bersaglio con le canne e sparare, col fucile sempre in movimento, sopravanzando il bersaglio di quel minimo necessario che serve a centrarlo.
Inoltre, se è vero che il meteo influenza le munizioni, una cartuccia veloce, in caso di condizioni meteo avverse, potrà perdere un po’ della sua velocità ma restare pur sempre veloce o quantomeno rientrare nei parametri di una munizione standard mantenendo una riserva di energia maggiore, mentre una cartuccia che ha velocità standard aumenterà ancora i tempi di reazione e combustione. In cosa si tradurrà ciò?
In una maggiore difficoltà nel colpire il bersaglio e in un non sempre intuitivo anticipo, costringendoci a puntare canne e mirino in quello spazio vuoto davanti al bersaglio in movimento, spazio che aumenterà al diminuire delle prestazioni della munizione.
Altro aspetto importante legato alla velocità è la capacità di rottura inferta ad ogni singolo pallino, oltre che a tutta la rosata. È giusto ricordare, infatti, che se il piattello non si rompe e non rilascia la “nuvoletta fumante” il punto non verrà assegnato anche se ci è sembrato di aver colpito il bersaglio, da qui l’importanza della velocità conferita all’intero sciame dei pallini anche a quelli marginali che conserveranno alta energia residua e un alto potere lesivo, che si tradurrà in una maggiore capacità di frantumare il piattello anche se non lo si colpisce col centro della rosata.
Aspetti negativi della velocità
Ovviamente una cartuccia per essere veloce vuol dire che è caricata con un propellente vivace, maggiore sarà la velocità di espulsione in avanti e maggiore sarà il rinculo che scaricherà sul calcio e quindi su spalla e zigomo del tiratore, maggiore sarà la forza di rotazione inferta all’arma.
In termini pratici questo comporta un maggiore spostamento del fucile che potrebbe tendere a impennarsi facendo perdere la linea di mira, causando una perdita di tempo nel riallineamento nel caso si dovesse recuperare il bersaglio di seconda canna o in caso si dovesse colpire un secondo bersaglio (Double Trap o Skeet); un maggiore rinculo, inoltre, potrebbe alla lunga infastidire il tiratore il cui viso e spalla vengono eccessivamente sollecitate dai continui ed energici rinculi.
Si tratta di aspetti da valutare attentamente ma che si possono anche facilmente superare e vediamo in che modo.
Attenuare gli effetti negativi della munizione veloce
Una prima soluzione, non molto pratica a dire il vero, potrebbe essere quella di utilizzare in prima canna una munizione più morbida o standard che non trasmette forti sollecitazioni al fucile e quindi al tiratore, consigliabile se si praticano discipline come il double trap o lo skeet che ci impongono di ingaggiare due bersagli contemporaneamente e di effettuare un doppio tiro nel minor tempo possibile, in questo caso verrà molto utile avere in seconda canna una munizione più veloce che ci permette di andare ad ingaggiare rapidamente il secondo bersaglio, ma ci costringerebbe anche a utilizzare due diverse modalità di tiro.
Altra soluzione riguarderebbe l’utilizzo di strozzature in/out, se si possiedono canne predisposte per gli strozzatori, in questo caso si potrebbero usare dei porter che riducono l’effetto del soffio dei gas sul vivo di volata e che potrebbero ridurre anche l’effetto di rinculo.
Una terza scelta potrebbe riguardare l’uso di cartucce con bossolo Gordon (come le cartucce Baschieri&Pellagri) la cui struttura permette di affievolire l’azione di spinta dei gas, in quanto lo speciale buscione effettua una compressione passiva limitando lo scarico dinamico sul fondello della cartuccia e attenuando lievemente ma percettibilmente la sensazione di rinculo.
Da un punto di vista tecnico la soluzione migliore per il tiratore che intende usare munizioni HV e che vuole evitare gli effetti indesiderati del maggiore rinculo di queste munizioni, sarebbe quello di utilizzare munizioni in bossolo Gordon, senza dubbio, ma soprattutto di montare sull’arma una calciatura tecnica come il Futur-K6AM che grazie alla struttura in alluminio, al calciolo speciale in gomma da 50 shore e ai gommini di assorbimento intercambiabili interni, forniti in set con il calcio con differenti durezze 60sh/70sh/80sh/90sh, offre la possibilità di aumentare l’insensibilità al rinculo su spalla e zigomo di chi spara e allo stesso tempo, riducendo l’effetto di rotazione sull’arma, consente di mantenere il fucile sulla linea di mira facilitando gli ingaggi di due bersagli ed eventuali recuperi di seconda canna.
In conclusione
Per quanto riguarda la risposta a quale sia la migliore munizione da tiro, per chi utilizza fucili con calciatura di legno classica, essa potrebbe essere individuata in quella munizione che, valutata su una scala di valori pressori e di velocità standard (min/max), si mantiene sui parametri massimi senza eccedere nei valori delle HV, rilevando così valori pressori e comportamentali delle munizioni standard ma con un quid in più.
Per chi utilizza armi con calciatura tecnica come il calcio Futur-K6AM, può tranquillamente optare per l’utilizzo di munizioni HV durante tutto l’anno perché quando percepisce una variazione dei valori pressori della cartuccia, a causa delle condizioni climatiche ad esempio, può semplicemente modificare i gommini di assorbimento regolando così gli effetti del rinculo, mantenendo quella costanza tanto ricercata dai tiratori e che consente di non infastidire l’azione di sparo-ingaggio-sparo ma anzi di esaltarla.