“Pool” udiamo da lontano, e subito dopo un dischetto arancione quasi fluorescente appare nella nostra visuale, galleggia in aria, si ode un colpo, una nuvoletta di fumo lo fa sparire…
Visto dal di fuori sembra tanto semplice, ma proviamo a riavvolgere il nastro e vedere cosa c’è dietro quella nuvoletta colorata.
Specialmente per chi si innamora di questi colori, di queste sensazioni e di questi odori e attimi, decidendo di diventare un tiratore professionista.
L’avvicinamento a questa particolarissima attività sportiva, che ricordiamo è disciplina olimpica, rappresenta un momento cruciale. Un momento in cui o ci si innamora perdutamente o lo si odia.
Per questo è importante frequentare campi da tiro, dove sono presenti istruttori federali o comunque persone che, oltre a possedere la propria esperienza in materia, sappiano anche ben porgerla ai neofiti.
Anche perché, molto spesso, chi si avvicina a questo sport non è sempre un adulto. Ci sono anche tantissimi ragazzi poco più che adolescenti.
Ma cosa sapere prima di iniziare il tiro a volo?
Si possono iniziare a conseguire conoscenze sull’argomento sportivo del tiro a volo già all’età di 6 anni, a titolo teorico, e a partire dai 13 anche a livello pratico andando sul campo da tiro.
Ed è in questa fase che si iniziano a costruire i tiratori del domani, quelli su cui si potrà puntare per ottenere importanti risultati a livello nazionale e internazionale.
In questo articolo vedremo:
Come diventare un tiratore professionista?
Certamente il tiro a volo è uno sport poco pubblicizzato rispetto al grande pubblico. Viene scoperto probabilmente in occasione dei grandi eventi di importanza internazionale, come le Olimpiadi o i Mondiali.
Ma forse proprio per questo si ha la possibilità di avere il tempo necessario per dedicarsi ai giovani e farli crescere e maturare tirando fuori il meglio della loro passione.
Dare dei consigli per diventare un tiratore professionista non è cosa semplice in quanto ognuno, che abbia un minimo di esperienza nel campo, avrà la propria “ricetta magica”.
Ma se proprio se ne deve dare qualcuno, iniziamo dicendo che ci vuole tanta passione e amore per questo sport ,e soprattutto, tanta umiltà.
A parte ciò, individuiamo tre consigli pratici che racchiudono in sé la summa di cosa sia necessario oggi per diventare un tiratore professionista:
- Scegliere bene la propria disciplina, affidandosi a personale qualificato
- Allenarsi molto e partecipare al maggior numero di gare
- Scegliere con cura e attenzione fucile e munizioni in quanto strumenti basilari per svolgere al meglio questa attività
1. La scelta della disciplina di tiro a piattello
Il primo consiglio riguarda la corretta comprensione del mondo di cui si intende far parte.
Infatti l’avvicinamento a questo sport mostra al neofita una realtà sfaccettata ma sempre affascinante composta dalle diverse discipline del tiro a piattello, che ricordiamo:
- Fossa olimpica
- Skeet
- Compak
- Sporting
- Double Trap
Il tiratore alle prime armi sarà stimolato a provarle tutte, sicuramente, per cercare di comprendere quale sia la più consona al suo modo di sparare e alle sue peculiarità fisiche.
Probabilmente questo è il primo step che deve affrontare uno sportivo che intende praticare con determinazione questo sport.
Poi, una volta individuata la specialità in cui ci si vuole cimentare, è necessario praticarla assiduamente.
In questa fase sarebbe opportuno che si iniziassero a seguire i consigli esperti, di qualche tecnico federale, un istruttore che dia la giusta e iniziale impostazione e che segua il percorso del tiratore.
In questo modo si possono acquisire bene tutte le dinamiche, le tecniche e le tempistiche relative all’attività che si svolge e si intraprende la giusta direzione verso il professionismo.
2. Allenamento per il tiro a piattello e partecipazione alle gare
La bravura nel tiro al volo non è direttamente proporzionale ai numeri di colpi sparati, perché i fattori che entrano in gioco quando si rompe un piattello sono molteplici.
Tuttavia, è bene sapere che le serie di piattelli che vengono “macinate” in allenamento servono non solo ad acquisire bene i meccanismi di uscita dei bersagli e di relativo aggancio, quindi ad affinare e migliorare la tecnica.
Queste servono anche ad abituare il corpo del tiratore ai numerosi colpi di rinculo che dovrà sopportare durante una gara.
Sparare molto serve anche a prendere confidenza maggiore con l’arma e le sue rotazioni, con le munizioni che si sono scelte, registrando tempi e velocità di ingaggio.
Quando ci si sente pronti, o quando il tecnico che segue l’allenamento ritiene che il tiratore sia pronto ad affrontare qualche gara, è opportuno iniziare a farlo.
Il motivo principale è quello di “rompere il ghiaccio” con la tensione psicologica che ogni gara mette nell’atleta.
Alle prime gare la bravura non sta nel risultato che si consegue, ma nell’approccio mentale e psicologico che si determina nei confronti dei diversi risultati che si è riusciti ad ottenere.
Quindi non bisogna deprimersi se si è fatto poco bene, ma allenarsi di più per migliorare. Non bisogna esaltarsi se si è ottenuto un buon risultato, ma continuare ad imparare le varie tecniche di allenamento del tiro al piattello con passione e perseveranza per mantenere il livello e puntare sempre più in alto.
Inoltre, partecipando alle gare si ha la possibilità di farsi notare da squadre, allenatori, ma soprattutto sponsor che potrebbero agevolare nella fornitura di ciò che serve al tiratore, munizioni e fucile in primis.
E ricorda che puoi allenarti anche a casa se non puoi andare al campo da tiro!
3. La scelta del fucile e delle munizioni, strumenti per diventare un tiratore professionista
Il terzo consiglio riguarda gli strumenti che un tiratore deve possedere per aspirare a divenire un professionista.
Innanzitutto, è bene aver chiaro cosa sapere sull’anatomia del fucile da tiro e delle sue caratteristiche.
È opportuno poi distinguere tra due tipi di elementi: quelli essenziali e quelli a cui si può pensare anche in un secondo momento perché non hanno un riscontro diretto sull’attività che si svolge.
Scendere in campo con tutta l’attrezzatura per il tiro al piattello che sia al top di gamma è certamente esaltante, ma non è una cosa semplice.
Così, lasciando in secondo piano l’outfit, cuffie, occhiali, cappellini e gilet, puntiamo subito l’attenzione verso gli elementi cruciali dello sport del tiro al volo, cioè fucile e munizioni.
Questi due elementi si ritengono essenziali per praticare il tiro al piattello e agevoleranno il tiratore a migliorare le sue performance, ad ottenere risultati, a farsi notare e iniziare ad incanalarsi sulla strada del professionismo.
Lo sforzo che si produce per questi due strumenti lo si può considerare come un investimento per il futuro.
Come scegliere la giusta munizione?
La scelta della giusta munizione è molto importante.
Quando il tiratore è neofita dovrà essere ben supportato con opportuni consigli che lo aiutino a districarsi tra l’abbondante produzione presente sul mercato.
Perciò, inizialmente, sarà l’allenatore o l’istruttore che, in base alla propria esperienza e al soggetto che segue, indicherà due o tre marche di munizioni su cui orientarsi. Inoltre, una buona pratica è quella di chiedere direttamente alle case produttrici che, spesso, hanno cartucce appositamente studiate per i neofiti.
Il tiratore esperiente invece, sarà in grado di scegliere la munizione che più si addice alle sue esigenze.
Proseguendo sulla strada del professionismo, poi, potrà anche provare a collaborare con la casa di produzione che ha scelto o da cui è stato scelto, per confezionare la munizione più adatta alle proprie peculiarità di tiro.
Successivamente ai primi approcci con il mondo del tiro al volo, il tiratore capisce se è questo il mondo che fa per lui, se è lo sport in cui vuole investire il suo tempo.
Come scegliere il fucile da tiro?
Se la scelta viene supportata anche dai primi risultati conseguiti e dalle valutazioni dell’istruttore, allora è bene iniziare a scegliere un’arma adatta per poter proseguire il tiro al volo ad un livello più specialistico.
Si consiglia sempre di iniziare con piccoli passi scegliendo un’arma usata in buone condizioni. Ma se questa scelta può anche essere soddisfacente relativamente alle canne e alla meccanica dell’arma, di sicuro non lo è per quanto riguarda la calciatura.
Come si sa, infatti, è qui che risiede il fulcro dell’arma e possiamo dire anche del futuro del tiratore.
Il calcio del fucile è una scelta importante e farà la differenza tra la capacità di raggiungere i traguardi prefissati e abbandonare l’impresa ancora prima di iniziare.
Si sa, infatti, che il calcio del fucile è quell’elemento che consentirà sempre di ottenere l’arma a misura e bilanciata.
In questo frangente ci si trova di fronte alla scelta tra calcio regolabile o fisso.
È proprio qui che si può consigliare di acquistare un calcio regolabile che si adatti alle impostazioni fisiche e di tiro del tiratore, agevolandolo nella disciplina tiravolistica scelta.
Sarà questo uno strumento che consentirà al tiratore di interagire ancora di più con la propria arma.
Ultimo consiglio per diventare un tiratore professionista…
Per chi intende intraprendere la strada del professionismo, possedere un calcio regolabile vuol dire avere uno strumento che seguirà il tiratore durante il proprio percorso sportivo.
Questo avverrà anche qualora decidesse di sostituire l’arma o subisse delle evoluzioni fisiche, con la crescita ad esempio, continuando ad adattarsi al corpo per far si che l’arma sia sempre percepita come un prolungamento naturale.
Con questo articolo abbiamo voluto darti qualche consiglio pratico su come diventare un tiratore professionista. Lascia un commento per dirci cosa ne pensi!