Dopo già la seconda metà dell’Ottocento, i cacciatori si divertivano a puntare contro oggetti scagliati in aria, per mettere alla prova i propri riflessi. Il passatempo divenne subito popolare soprattutto in America, tanto che sul finire del XIX secolo iniziavano a trovarsi in commercio i primi bersagli mobili in argilla. La forma scelta: un disco. In Inghilterra venivano chiamati clay-bird (uccelli di argilla) e in Francia pigeon d’argile (piccione d’argilla), richiamandosi proprio ai volatili. Col tempo, gli obiettivi da centrare furono ribattezzati piattelli e iniziò la storia del tiro a volo.
Con il crescere dei sostenitori, l’attività ha iniziato a strutturarsi, fino al 1900 anno in cui, nella seconda olimpiade dell’Era moderna, a Parigi, viene inserita per la prima volta in gara la disciplina del Trap, chiamata pure Fossa Olimpica, anche se ammessa solo come sport facoltativo. Il Trap ha subito un grande successo.
Tutti pazzi per il tiro a volo, l’avventura inizia proprio con il Trap
Il tiro a volo è caratterizzato da diverse specialità: come già descritto in questo blog post. Il Trap però è sicuramente una tra le più praticate. Per avvicinarsi, intanto, basta avere un fucile (il neofita può partire persino con quello da caccia), occhiali protettivi e cuffie antirumore.
Come detto a più riprese, quel che conta è l’allenamento, perché l’esercizio aiuta ad entusiasmarsi e a migliorare le proprie riprese: dopo aver iniziato a rompere i primi piattelli, infatti, aumenterà senz’altro la voglia di mettersi continuamente alla prova.
Per questo motivo, di seguito, riportiamo una guida avanzata per entrare nel “mondo Trap”. Prima però, è importante ripassare bene le regole.
In fila dietro la fossa: da dove partirà il piattello?
Nel moderno Trap, i bersagli sono scagliati da un “bunker” che si trova nella parte centrale del campo. Viene chiamata fossa e si trova a quindici metri dalla linea di tiro dove si spara. Al suo interno sono posizionate le macchine lanciapiattelli, che non sono visibili dai tiratori. Questo aspetto rappresenta una delle difficoltà maggiori prima di far fuoco, perché fino alla chiamata non si saprà in che modo viaggerà il bersaglio. L’imprevedibilità quindi è proprio un elemento che contraddistingue il Trap dallo Skeet.
La successione casuale dei lanci rende tutto più complicato e certamente, più divertente.
Nel Trap sono previste cinque pedane. Durante una sessione, possono prendere posto fino a sei tiratori (il sesto tiratore viene detto “di rincalzo”), con il primo che si posizionerà di norma nella stazione più a sinistra, mentre ogni tiratore successivo si posizionerà alla destra di quello che ha appena terminato il proprio gioco. Per ogni piattello si cambia pedana da sinistra a destra. Quando tutti hanno sparato cinque pedane da 5 piattelli, il round sarà finito.
Ogni pedana ha tre macchine lanciapiattelli predisposte sotto la fossa di tiro. Che lanceranno reciprocamente e, a caso, un piattello centrale, uno a destra e uno a sinistra, seguendo diverse angolazioni.
Un neofita dovrebbe iniziare col Trap?
E’ una domanda legittima, dal momento che in linea generale si possono muovere i “primi passi” in pedana provando qualsiasi disciplina. Allora perché si dovrebbe iniziare proprio dal Trap? Vediamo quali sono i vantaggi:
- I piattelli sono più facili da colpire. Il bersaglio parte dalla fossa con angoli, che, dopo un po’ di pratica, diventano tutto sommato prevedibili. Quindi il gioco è più semplice (o così sembrerebbe), soprattutto per i principianti.
- Si hanno a disposizione due colpi in canna per ogni bersaglio. Si possono subito vedere possibili progressi nel tiro, concentrandosi esclusivamente su un solo obiettivo, a differenza del Double Trap, in cui si dovrà prestare attenzione al lancio di due piattelli contemporaneamente.
- Si imparerà a gestire la pressione. Ogni chiamata rappresenta una nuova sfida. Sarà facile prendere confidenza senza abbattersi ad ogni singolo tiro sbagliato. Quando poi si colpiranno i primi piattelli il divertimento aumenterà sempre più. L’importante è quindi essere molto costanti nel provare e riprovare ancora.
Guida rapida al Trap. Come imparare a colpire i piattelli
Il neofita, imbracciando per la prima volta l’arma, potrebbe pensare che il tiro a piattello sia una disciplina piuttosto statica. Questo non è assolutamente vero! Vanno invece imparati subito i giusti movimenti. Solo dopo aver appreso come approcciarsi correttamente con l’obiettivo si riuscirà a centrarlo con regolarità. La postura poi gioca un ruolo fondamentale.
Indispensabili: rapidità e precisione. Non occorre affrettare il tiro
E’ la chiave del successo, anche nel Trap. Appena chiamato il piattello, se da un lato è importante muovere l’arma velocemente per portarsi in linea col bersaglio, dall’altro non è il caso di affrettare il colpo. Assolutamente! Potremmo quasi dire che lo sparo va “ragionato”. Mai farsi prendere dalla fretta!
Certamente, non è mai il caso di aspettare troppo, altrimenti si corre il rischio di veder scomparire via il piattello, però bisogna osservare sempre le movenze del tiratore più esperto, che quando è con la canna del fucile puntata verso la fossa e con gli occhi bene aperti (entrambi!), chiama e sposta subito in alto il fucile, seguendo la direzione del bersaglio e non interrompe questa operazione appena premuto il grilletto. Continua invece fluido nel suo movimento. E’ molto importante quindi allenarsi a mantenere una certa elasticità.
Assimilare la tecnica di tiro a casa, guardandosi allo specchio
Prima di andare in pedana, ci sono alcuni esercizi che si possono fare comodamente a casa. Allenamenti che garantiranno una maggiore confidenza con il Trap e in particolare con la corretta tecnica di tiro.
La tecnica va del resto imparata al meglio e nel più breve tempo possibile. Bisogna posizionarsi davanti ad uno specchio, così da potersi osservare e imparare dagli errori che si commettono. Occorre mettersi frontalmente, prendere il fucile (scarico) e assicurarsi di avere uno spazio adeguato in cui muoversi in libertà.
Non si deve abbassare la testa verso l’arma, ma usare le braccia per sollevare il fucile, tenendolo parallelo al suolo. La guancia va “saldata” contro il calcio, che deve essere usato come punto di ancoraggio. Il classico errore è quello di appoggiare prima il fucile sulla spalla, per poi mettersi in posizione.
Davanti allo specchio ci si dovrebbe addestrare nel sistemare l’arma sulla spalla molto lentamente, preparandosi alla corretta postura degli arti superiori. Quando si avrà preso “confidenza”, si potrà aumentare la velocità, per trasformare il gesto in un automatismo.
Prima il busto. Poi le gambe…
Ora che abbiamo spiegato come si imbraccia il fucile, vediamo come gestire la parte inferiore del corpo: le gambe vanno divaricate all’altezza delle spalle, per ottenere una base di supporto ampia e solida.
Quando si fa oscillare l’arma, bisogna far attenzione a spostare i fianchi: sono loro che ruotano mentre gli arti superiori restano serrati. Saldi sulla presa. Al contrario, muovere solamente le braccia inciderà negativamente sull’ancoraggio delle gambe al suolo. Tutto andrà a svantaggio della precisione del tiro.
Come detto più volte, è una questione di pratica. Quando si acquisterà padronanza, la tecnica verrà da sola, spontanea.
Il calcio si deve modellare al viso
Dopo aver imparato la tecnica di tiro, con la pratica davanti allo specchio sulla parte superiore e inferiore del corpo, bisogna prestare molta attenzione pure al calcio: è molto importante portarlo sempre fino alla spalla e tenerlo ben saldo contro il viso.
Il calcio è davvero una delle parti fondamentali di un fucile, perché si deve adattare perfettamente alla fisionomia del tiratore. E’ lo strumento che fa diventare un tutt’uno con l’arma. Il calcio Futur-K6AM è la scelta ottimale: con le sue infinite regolazioni infatti garantisce a tutti i tiratori un’elevata aderenza, diventando dispositivo efficace e preciso.
Altro aspetto importante: il rinculo. Specialmente il neofita dovrà partire con carichi bassi, per abituare la spalla ai grandi sforzi. Non affaticarla inutilmente. Futur-K6AM è stato progettato proprio per assorbire fino al 25% del contraccolpo certificato. Il sistema infatti ha notevoli livelli di assorbimento del colpo, con uno smorzatore specifico che limita notevolmente le vibrazioni.
L’equipaggiamento: quale fucile usare per il Trap
Fucile a pompa, semi-automatico o sovrapposto? Ogni modello ha i suoi pro e contro, e di seguito cerchiamo di far capire quali:
- Fucile a pompa. La canna è generalmente più corta di quella ottimale per il Trap, tanto che questo tipo di arma è stato progettato per la caccia. Il vantaggio è che è facile da caricare con un colpo singolo e anche un malfunzionamento può essere risolto con rapidità.
- Il semi-automatico. E’ sicuramente un tipo di fucile più morbido, che affatica meno la spalla. Il semi-automatico ha bisogno di maggiore sforzo per essere scaricato. Ma dipende sempre dalla familiarità che si ha con l’arma.
- Sovrapposto. Un prodotto sicuramente molto utilizzato, basta assicurarsi di aver aggiustato il selettore nella posizione corretta.
- Le strozzature. Possono variare a seconda delle abitudini dei tiratori. Un appunto per i principianti: se si impiega molto tempo per centrare il piattello, si può adottare una strozzatura piena, che offra rosate strette ed accentrate. Il suggerimento per eccellenza però è quello di provare e riprovare, alternando carichi diversi, per trovare il proprio stile e l’impostazione preferita.
- Il calibro. Il calibro 12 è tra i preferiti nel Trap, perché consente di usare l’arma più a lungo nel tempo, adattandosi agli stili. Un calibro 20, invece, ha un rinculo inferiore e può essere più adatto per chi si sta appassionando a questo sport.
La sicurezza in pedana? E’ la cosa principale
Come abbiamo già detto all’inizio, il Trap è tra le discipline preferite per partire con l’attività del tiro a piattello. Per questo molti principianti imbracciano l’arma proprio da dietro la fossa olimpica. Vogliamo allora concludere questo articolo con alcuni suggerimenti generali sul come comportarsi non appena arrivati al campo, sempre ricordando però, che la sicurezza è la cosa principale.
- Leggere le regole del poligono di tiro. Ogni campo potrebbe avere delle norme leggermente diverse. Quindi prima di sparare è meglio sapere quali sono le regole del club dove si sta per eseguire la sessione.
- Proteggere occhi e udito. Scontato? Non per tutti. Occorre procurarsi degli auricolari antirumore e appositi occhiali. Quest’ultimi hanno lenti di diverso colore, con sfumature gialle, arancioni o vetri scuri. Gradazioni che sono molto utili per avere una maggiore definizione del bersaglio in volo.
- L’arma va lasciata scarica quando non si spara. Se non si sta utilizzando, il fucile va tenuto scarico. Quando ci si sposta tra le pedane, la canna va sempre puntata verso il basso. Quando è finita la rotazione, la canna va rivolta verso l’alto, sempre lontano dalle persone.
Ora è il momento di fare esercizio. I suggerimenti che abbiamo trattato in questo articolo sono infatti delle semplici “dritte” per poter perfezionare la conoscenza della disciplina Trap. Bisogna adesso mettersi alla prova e allenarsi regolarmente per soddisfare il desiderio di migliorare il punteggio ad ogni nuova sessione di tiro.