Il tiro al piattello, con tutte le sue specialità, appassiona in Italia e nel mondo diverse centinaia di migliaia di persone: sia uomini che donne, che si posizionano in pedana con l’intento di colpire il bersaglio e vedere quella nuvoletta colorata che indica la rottura “du pigeon d’argille”, come dicono in Francia.

Molti vi si dedicano per diletto, molti altri praticano questo sport come attività agonistica svolta a vari livelli anche di importanza internazionale e olimpica.

Comune denominatore per tutti è l’impiego di fucili da tiro con strozzature fisse o variabili, con calci in legno massiccio su misura o legno-alluminio regolabili, di calibro 12.

Questo, infatti, rappresenta il calibro principe utilizzato sui vari campi da tiro e nelle diverse competizioni e specialità.

Intorno agli anni ‘90 fece la sua comparsa sui campi da tiro il calibro cadetto, il 20. Complice di tale tendenza fu l’ampio utilizzo di questo calibro in ambito venatorio, unitamente alla scelta delle autorità sportive della FITAV che di lì a poco avrebbero ridotto la grammatura delle cariche di piombo nelle munizioni da tiro portandole dai 32 grammi ai 28, giungendo poi fino ai 24.

In questo modo non solo tra i due calibri non c’era più un vantaggio legato alla quantità di piombo e dimensione della rosata, ma i 24 grammi rappresentavano anche la carica standard del cal.20.

Ciononostante, il calibro 12 ha mantenuto sempre la sua prevalenza nella scelta dei tiratori, grazie alle sue doti performanti anche utilizzando cariche ridotte.

Tuttavia, negli ultimi anni, sembra proprio che una nuova tendenza sia nata in merito all’utilizzo in ambito sportivo dei calibri minori.

Si parla del 28 e del 36 magnum o 410, che non si pensa possano mai sostituire i fratelli più grandi come il 12 o il 20, perché le prestazioni sono ben lontane, ma rappresentano una nuova e possibile lettura alternativa, e per alcuni anche più stimolante, della pratica dello Sport del tiro al volo. 

Piccoli calibri per un’attività più divertente e stimolante

La storia dei piccoli calibri in Italia è fortemente legata alla pratica venatoria dei capanni da caccia per la piccola selvaggina migratoria. Ma nell’ultimo decennio, forse per seguire la moda statunitense e anglosassone o per vezzo di chi riteneva di essere un tiratore più preciso rispetto agli altri, si è via via trasformato in un trend ormai consolidato sia in ambito venatorio che tiravolistico.

Come conseguenza a tale nuova tendenza si è avuta la produzione di armi adatte non più solamente al capanno ma utilizzabili in diversi ambiti venatori e munizioni di grammatura sufficiente ad aumentare il range d’azione delle cariche minori.

Infatti, se inizialmente l’utilizzo di calibro 28 e 36 presupponeva l’utilizzo di munizioni comprese tra i 16 e i 22 grammi di piombo, il miglioramento tecnico ha permesso al calibro 36/410 di sparare munizioni fino a 21 grammi e al calibro 28 di spingersi anche oltre i 30 grammi soprattutto nelle versioni magnum.

Tuttavia, il loro impiego in ambito sportivo, specialmente se si parla di fossa olimpica, rimane ridotto, in quanto la loro portata utile, nonostante strozzature, canne lunghe e dosi magnum, non consente di raggiungere le distanze di una carica sparata da un calibro 12 o 20.

E ancora, pur ammettendo la capacità del tiratore di colpire il bersaglio entro i 30/35 metri che è il massimo della portata utile di questi calibri, le rosate a sezione ridotta, del cal 410 in particolare, renderebbero ancora più complicato l’abbattimento del piattello.

Quali discipline per i piccoli calibri?

Molti cacciatori/tiratori, un po’ per prendere la mano col nuovo piccolo calibro da impiegare durante la caccia, un po’ per tenersi in allenamento, hanno iniziato ad utilizzare un piccolo calibro in quelle attività di tiro sportivo ad essi più congeniali.

Ci si è accorti così che, nei percorsi di caccia skeet, l’impiego del calibro 28 o del 410 non era poi così limitante. Alla fine, tra molte padelle e pochi centri, ne viene fuori che anche un 15/25 fatto con questi calibri e con le loro cariche ridotte e rosate con minore sezione, anche se molto regolari, regalano al tiratore un’enorme soddisfazione, consentendo di migliorare le impostazioni di mira e tiro e divenendo un ottimo stimolo e mezzo per migliorarsi.

Piccoli calibri nelle attività di Skeet, Compak e Sporting

Tralasciando quindi quelle specialità di pedana che necessitano di armi per tiri lunghi, in cui i piccoli calibri dimostrerebbero tutti i loro limiti, di sicuro, più congeniali a questi risultano le specialità dello Skeet come il Compak e l’itinerante Sporting.

In questi casi il bersaglio simula molto la traiettoria e la distanza di partenza di selvatici reali, e la leggerezza, la versatilità e la compattezza delle rosate, del calibro 28 come del 410, possono trasformarsi in un vantaggio.

Certamente, nella pratica di queste ultime attività si potranno utilizzare i fucili dedicati all’attività venatoria, che per pieghe, forature e strozzature e lunghezza di canne si mostrano facilmente adattabili.

Con la diffusione di questi calibri sono nate diverse competizioni dedicate anche a livello nazionale, che coinvolgono centinaia di appassionati, con eventi molto partecipati. E allora, se si intende praticare l’attività sportiva e agonistica con un certo impegno e continuità, è sempre consigliabile utilizzare dei fucili che nascono per praticare il tiro sportivo.

Il mercato oggi non ne è certamente sprovvisto, offrendo armi più robuste e in grado di assorbire meglio i numerosi colpi che verranno esplosi che non infastidiranno tanto il tiratore, quanto potrebbero compromettere, a lungo andare, la struttura dell’arma stessa e le sue parti più sollecitate.

Molte sono le case di produzione, italiane ed estere, che hanno creato dei piccoli calibri da dedicare esclusivamente per l’attività sportiva.

Nascono così fucili da sporting molto lineari, essenziali ma eleganti che montano canne da 71 o 76 cm, naturalmente predisposte per i Mobil Chokes, con legni selezionati e calciature standard impostate per il tiro al volo o comunque ad “alzo zero”, ma su cui si può sempre montare un calcio variabile per adattarlo alle esigenze del tiratore e del tipo di attività tiravolistica da praticare

Per concludere…

L’utilizzo dei piccoli calibri nella pratica sportiva del tiro al volo, per la loro leggerezza e per il munizionamento leggero che sparano, risultano essere un’ottima palestra per i giovani di ambo i sessi che si avvicinano a questo mondo, e che avranno, in questo modo, la possibilità di prendere confidenza con le diverse discipline sportive del tiro al volo, riuscendo, nel contempo, ad affinare la tecnica, la mira e le impostazioni di tiro, ed eliminando il trauma di brandeggiare un’arma pesante e sopportare pesanti contraccolpi se non opportunamente ammortizzate.

Photo credits: www.all4shooters.com