La capacità e la bravura di infrangere piattelli sul campo da tiro non sono solo doti naturali di mira e di impostazione di tiro che possono avvantaggiare un tiratore.
Molto più spesso sono, invece, il risultato di un lavoro preparatorio fatto al chiuso di una palestra o tra le mura domestiche, quando non è consentito andare al campo da tiro.
Infatti, chiusa la stagione agonistica e sospesa la possibilità di andare al campo da tiro per gli allenamenti all’aperto, il tiratore consapevole e cosciente sa che per mantenere uno standard adeguato deve approfittare di questi periodi per dedicarsi alla cura del corpo.
Si scopre così una forma di allenamento ben diversa da quella praticata sui campi. Il tiratore, infatti, ben comprende che per ottenere ottimi risultati in gara le sue doti di tiro, gli schemi, le tecniche e la mira devono essere supportati da un fisico resistente, tonico ed elastico.
Ricordando, altresì, che su tutto governerà la centrale operativa del corpo: il cervello, che dovrà essere allenato a sostenere stress e pensieri negativi, che possono distrarre dall’obiettivo da colpire.
Un continuo allenamento anche nel periodo di fermo permetterà al tiratore di affrontare al meglio anche le varie ed efficaci tecniche di allenamento per il tiro al piattello una volta tornato in campo.
In questo articolo vedremo:
Una corretta preparazione atletica… anche quando non puoi andare al campo da tiro
È chiaro che l’allenamento principale nel tiro al volo non possa non consistere che nel fare serie su serie, misurandosi con sé stessi e con le proprie capacità di resistenza e concentrazione, cercando di simulare la stessa atmosfera e le stesse condizioni che si creano durante una gara.
Ma è anche risaputo che la quantità delle serie e dei colpi esplosi non sono direttamente proporzionali al miglioramento delle prestazioni agonistiche.
Infatti, il tiro al piattello rimane pur sempre un’attività sportiva, agonistica per chi lo pratica a questo livello. Per questo necessita di avere delle basi atletiche su cui fondare l’attività.
Specialmente quando ci sono periodi prolungati di pausa, in concomitanza con la stagione invernale ad esempio, chi pratica tiro al volo non può sospendere ogni forma di allenamento e contatto con l’arma e le impostazioni acquisite.
Deve, inoltre, mantenersi in forma seguendo attività propedeutiche al ritorno sul campo.
La capacità di mantenere standard fisici e mentali ottimali sarà necessaria per affrontare al meglio la nuova stagione agonistica che inizierà a breve.
Quali parti del corpo si devono allenare?
Ma partiamo con ordine e vediamo quali parti del corpo si devono allenare maggiormente prima di salire in pedana e affrontare le sessioni di allenamento e gara.
Esiste un lavoro atletico da svolgere ex ante e che serve a preparare il corpo ad affrontare e sostenere le tensioni prodotte da questa attività sportiva, benché sia considerata come “statica”.
Il corpo, infatti, deve essere inteso come la struttura portante fatta di muscoli, fibre e tendini.
Questo deve consentire al tiratore di sostenere il peso dell’arma, sopportare i contraccolpi del rinculo dei numerosi colpi esplosi, eseguire istantaneamente gli “ordini” del cervello, pur seguendo schemi e regole.
L’allenamento dovrà essere ben organizzato e indirizzato a quelle parti del corpo che sono più soggette a sollecitazioni o che se ben allenate consentono di ottenere dei miglioramenti nei risultati.
Un corpo ben allenato sarà in grado di sopportare meglio le sollecitazioni cui è sottoposto durante le stressanti sessioni di allenamento e di gara.
Allenare il tronco inferiore del corpo
Partendo dal tronco inferiore del corpo individuiamo le gambe come parte che dovrà essere ben allenata: quadricipiti e polpacci ben tonici sosterranno più agevolmente il peso del corpo e dell’arma.
E questo non solo per i lunghi periodi che si dovranno passare in piedi transitando da una postazione all’altra, ma soprattutto in fase di puntamento e sparo.
In questo momento, infatti, il peso del corpo proteso in avanti con l’arma in spalla grava sugli arti inferiori per tutto il tempo che va dal dispiegamento dell’arma, alla chiamata, al puntamento ed esplosione del colpo.
I muscoli inferiori possono essere allenati con la semplice corsa o con esercizi come lo squat o gli affondi, a corpo libero o caricando gradualmente con pesi.
Allenare il tronco superiore del corpo
Passando al tronco superiore, l’allenamento e il rafforzamento delle braccia risulta di fondamentale importanza.
Braccia e avambracci ben allenati e forti consentiranno un’ottima capacità nel maneggiare l’arma, nell’impostarla in spalla e mantenerla ben in linea con il bersaglio durante l’aggancio e soprattutto dopo aver esploso il primo colpo, se non andato a segno, dovendo resistere alle forze contrarie di rinculo e rotazione per consentire di riagganciare il bersaglio con la seconda canna.
Braccia forti garantiscono un’ottima presa dell’arma e favoriscono il puntamento e il pronto brandeggio della stessa consentendo di raggiungere il veloce bersaglio.
Resisteranno inoltre al peso generoso dei fucili da tiro e vanno quindi allenate effettuando piegamenti e sollevando ritmicamente carichi il cui peso complessivo dovrà essere almeno il doppio di quello dell’arma utilizzata.
Oggi cuscinetti, calcioli e sistemi di ammortizzamento come quelli predisposti dai calci in legno-alluminio, aiutano molto il tiratore a sopportare i contraccolpi dei numerosi colpi esplosi. Resta comunque il fatto che la spalla su cui si poggia il calcio è una parte fortemente sollecitata e che subisce molti traumi per i numerosi rinculi.
Sarà necessario, pertanto, sviluppare una buona muscolatura che resista ai colpi e che protegga i legamenti, potenziando in questo senso anche i grandi pettorali, le cui propaggini vanno a tutelare questa importante parte del corpo.
I muscoli lombari, inoltre, se ben allenati e rinforzati sosterranno il peso del corpo in fase di puntamento e sparo alleggerendo la schiena da tensioni e movimenti bruschi.
Molti ritengono, ancora, che i muscoli addominali risultino essere molto importanti per il tiratore. Infatti, se ben sviluppati, aiuteranno il tiratore nella fase di reazione alla vista del bersaglio innescando il movimento che consentirà di andare a coprire il piattello per colpirlo.
Sono molto importanti soprattutto i muscoli laterali che aiutano moltissimo sui veloci traversoni favorendo la rotazione del busto.
Questi muscoli, in particolare, potranno facilmente essere allenati a casa eseguendo addominali obliqui e torsioni con il bastone, rendendo così più fluido e agevole la rotazione del tronco superiore.
Sviluppare confidenza con la propria arma
Per allenarsi dal punto di vista fisico sarà sufficiente fornirsi di schede di allenamento dove vengono ben spiegati gli esercizi e i movimenti da compiere. Se non ci si vuole allenare a casa ci si può sempre affidare a un buon personal trainer che ben comprenda le esigenze e le finalità dell’allenamento.
Altro aspetto dell’allenamento fuori dal campo da tiro riguarda, invece, la confidenza che il tiratore dovrà sviluppare con la propria arma.
Acquisire gli schemi e i movimenti, le modalità di imbracciare l’arma allineando pupilla, bindella e mirino, sono aspetti necessari e che si acquisiscono con la pratica assidua.
Per questo è necessario, anche durante il periodo di fermo, non abbandonare il contatto con l’arma, ad esempio montandola e smontandola diverse volte nel corso della giornata. Ancor più importante è approfittare dei mesi di riposo dall’attività per pulire correttamente il fucile da tiro e fare qualche piccolo lavoro di manutenzione.
Posizionandosi davanti ad uno specchio per osservare i movimenti, si avrà la possibilità di migliorare la fase di imbraccio, il puntamento e il successivo brandeggio verso destra, verso sinistra e verso l’alto.
Questo momento risulta molto importante perché l’osservazione permette di correggere ed eliminare i movimenti errati, aiutando a memorizzare quelli corretti.
Inoltre, la lenta ripetizione aiuta a rafforzare il corpo e a far registrare ai muscoli il corretto movimento da eseguire in pedana.
Perché stretching ed esercizi di respirazione sono importanti?
Oltre il potenziamento della struttura fisica sarà molto importante l’allungamento dei tendini.
Esercizi di stretching, quindi, magari eseguiti con l’arma in mano, avranno il duplice scopo di distendere tendini e muscoli e di aumentare ancora di più il grado di confidenza con il proprio fucile.
Ulteriore aspetto importante riveste la respirazione, soprattutto quella diaframmatica. Questa servirà a rilassare il corpo e in particolar modo la mente, sgomberandola da pensieri, paure e stress che possano tradursi in un rallentamento generale dei movimenti.
Il tiro al volo, infatti, deve essere un equilibrato connubio tra ragione, regole ed istinto senza che le une prevarichino sull’altro causando dispersione di energie e scarsi risultati.
Per fare questo è necessario che prima vengano assorbiti gli schemi dal cervello, i movimenti, i lanci, le traiettorie.
Tale schematicità rallenterà inizialmente l’istinto del tiratore che invece lo porta subito a cercare, ad agganciare e ad abbattere il bersaglio.
Sarà solo nel momento in cui questi riuscirà a interiorizzare gli schemi acquisiti e a renderli istintivi che si raggiungerà l’ottimo e che consentirà all’istinto di esprimersi al meglio perché regolato.
Tali processi vengono favoriti da una mente rilassata in grado di esercitare quel “vuoto mentale” necessario per eseguire una buona prestazione.