In un precedente blog post abbiamo parlato di tutto l’occorrente utile ad iniziare il tiro al piattello. Ci siamo già soffermati sul come scegliere un fucile adatto alla pratica sportiva, adesso è il momento, quindi, di scoprire il modo giusto per orientarsi sull’acquisto di una cartuccia da tiro.
Il mercato è davvero ampio e ci sono cartucce che differiscono per grammatura e per dimensione dei pallini in funzione dell’utilizzo. Cambiando tipologia di cartuccia da una sessione di allenamento ad una di gara, e riuscendo ad individuare quella giusta, i risultati potranno essere sicuramente migliori.
La cartuccia non è allora una componente da trascurare, perché le sue variabili possono influenzare il tiro, cambiando la velocità di ingaggio del bersaglio e addirittura la precisione. Le cartucce quindi, possono incidere positivamente o negativamente.
Prima di vedere come intervenire per individuare un’ottima cartuccia, è importante fare un breve ripasso sul come è fatta una cartuccia.
- Bossolo: è il tubo in plastica dove si trovano pallini e borra. La chiusura alla base è composta da un fondello in metallo, mentre dalla parte opposta si trova la chiusura che è parte del bossolo ripiegato “a stella”.
- Fondello: realizzato in metallo, si trova all’estremità del bossolo. Al suo interno alloggia la capsula d’innesco con la polvere da sparo.
- Polvere da sparo: viene accolta alla base del bossolo, poi compressa dalla borra che serve a mantenere una pressione costante al momento dell’innesco.
- Borra: un materiale che si frappone tra carica esplosiva e pallini. Il suo scopo è quello di evitare la dispersione dei gas che si sprigionano con lo scoppio. In questo modo, la spinta generata proprio dalla combustione sarà uniforme.
- Pallini: ne esistono in metalli e dimensioni diverse.
Come scegliere la cartuccia da tiro: cosa c’è da sapere
Sono molti gli aspetti che occorre prendere in considerazione quando si vuole acquistare la scorta di cartucce:
- Esperienza del tiratore
- Velocità
- Pallini
- Borraggio e grammatura
L’esperienza… fa la differenza
Prima di acquistare (o cambiare) fornitura, bisognerebbe sempre partire dal proprio livello di esperienza e dalla confidenza che si ha con la pedana. Non è infatti opportuno cimentarsi subito con una cartuccia non adatta alla propria conoscenza, perché non tutte sono facilmente governabili con una tecnica base.
Agli inizi, il consiglio, è quella di puntare su cartucce non estreme, che possano semplificare l’apprendimento. Questo è raccomandabile soprattutto durante gli allenamenti, in cui si può usare una grammatura da 24.
Se le proprie competenze sono alte, o comunque stanno crescendo, si possono sperimentare diverse cartucce “giocando” sulle loro componentistiche.
La velocità
La velocità è l’aspetto che in un primo momento sembrerebbe più semplice da risolvere. Le cartucce più veloci dovrebbero sicuramente essere le più performanti vista la loro rapidità nel raggiungere l’obiettivo. Tutto ciò è vero, ma solo in parte.
Come per gli altri settaggi, molto importanti sono: la fisicità del tiratore, le abitudini e gli automatismi. Pertanto, anche il tipo di cartuccia da utilizzare varia da sportivo a sportivo.
Quanto può variare la rapidità del colpo?
In un passato neanche troppo remoto, quasi tutte le cartucce che venivano utilizzate per il tiro al piattello avevano una velocità che si aggirava tra i 390 e i 395 metri al secondo. Un range che veniva considerato un giusto compromesso.
Uno standard tutto sommato considerevole per far arrivare i pallini al bersaglio, frantumandolo senza difficoltà. Molto adeguato inoltre, a limitare gli effetti del rinculo. Un risultato accettabile anche per i tiratori più sensibili.
Recentemente però qualcosa è cambiato. In commercio sono apparse cartucce che superano la velocità che in precedenza era diventata canonica. Vengono chiamate HV (acronimo per High Velocity) e sono scelte da chi vuole un colpo ancora più rapido. Sono cartucce che, perfino con grammature medie, possono raggiungere dai 415 fino ai 435 m/s.
Di seguito, elenchiamo vantaggi e svantaggi nell’utilizzo di cartucce veloci:
Cartuccia veloce: vantaggi
Cresce la rapidità d’ingaggio
Più una cartuccia da tiro è veloce, prima raggiungerà il piattello. Un concetto abbastanza evidente, e forse una delle maggiori ragioni per scegliere questo tipo di cartucce.
Con tempi minori durante la fase di tiro, sarà sempre meno necessario mettersi davanti alla traiettoria del bersaglio. Rinunciando così a giocare di anticipo, si seguirà sempre più l’istinto di allineare il fucile all’obiettivo e premere il grilletto. Le possibilità di sbagliare saranno quindi inferiori alla media, perché la distanza tra la canna e il piattello verrà ridotta dalla notevole spinta della cartuccia.
Migliora il rendimento
Un vento forte influenza i risultati di una sessione di tiro. Anche il caldo e l’umidità possono modificare le prestazioni e la resa della cartuccia. Le diverse condizioni meteo sono, ovviamente, un grosso freno per raggiungere dei buoni risultati. Le cartucce da tiro veloci potranno diventare un vantaggio e la loro maggiore energia non si esaurirà del tutto prima di riuscire, senza affanni, a frantumare il piattello.
La perdita di potenza è un problema, ma con cartucce veloci, la rosata viaggerà, nella peggiore delle ipotesi, agli stessi livelli di una cartuccia standard. Le altre, più lente, rischieranno, al contrario, di non essere precise nella rottura del bersaglio.
Sparando quindi con una cartuccia poco veloce si tenderà ad anticipare molto la traiettoria e con un clima non ottimale, colpire il bersaglio diventerà una procedura molto complessa.
Sarà più facile rompere il piattello
Una cartuccia da tiro veloce ha un’energia maggiore. Il suo impatto con il bersaglio è di conseguenza efficace.
Un colpo poco centrato, potrebbe tuttavia non essere sufficiente a rompere il piattello in mille pezzi, ma potrebbe anche accadere di romperlo solo in minime parti non visibili dal giudice di gara. Per ottenere ciò, è bene utilizzare cartucce che imprimono ai pallini una forza d’urto considerevole.
Infine, una maggiore velocità iniziale conferisce ai pallini più esterni un’energia residua ulteriore, che si propaga su tutta la rosata.
Cartuccia veloce: svantaggi
Attenzione al rinculo
Chi inizia a sparare con una cartuccia più veloce noterà subito alcune difficoltà sia nel controllo del fucile che nel rinculo dell’arma.
Gli esperti sono tutti concordi nel considerare il rinculo come primo problema delle cartucce estreme. Abbiamo già dato alcuni suggerimenti per contrastarlo, e se non è già stato fatto, ci si può dotare di un calcio con alte prestazioni, come il nostro Futur-K6AM, che è stato progettato per assorbire fino al 25% del rinculo.
Il rinculo va comunque tenuto sotto stretta osservazione, specialmente se si spara nello Skeet o nel Double Trap. Dove cioè, bisogna passare svelti dalla prima alla seconda canna per colpire i due bersagli.
Le lunghe sessioni rischiano di diventare estenuanti
Se una cartuccia veloce raggiungerà prima l’obiettivo, di contro il rinculo sarà decisamente superiore. Questo deficit, moltiplicato per tutte le volte che si preme il grilletto in una serie, andrà ad affaticare il tiratore che, alla fine, sentirà tutto il contraccolpo subito sulla spalla e sul viso.
L’utilizzo per lungo tempo di queste cartucce va ponderato per dosare lo sforzo. Uno sportivo può sopportare il fastidio secondo la propria fisicità, ma non si è a conoscenza fino a quando riuscirà a mantenere alta la concentrazione.
I pallini si deformano maggiormente
Se la spinta generata da una cartuccia è robusta, pure le forze in campo subiranno un’impennata. Gli stessi pallini, all’uscita dalla canna, saranno sottoposti a pressioni maggiori.
La prima conseguenza è che l’impeto eccessivo porterà i pallini stessi a subire delle deformazioni durante l’iniziale deflagrazione. Deformazioni che termineranno con una rosata meno compatta e con una minore sfericità del colpo.
La dispersione costituisce un grande neo per la precisione. Per ovviare a questo handicap, vanno selezionati meticolosamente i pallini da usare. Puntando su produzioni di qualità e di buona durezza, per questo motivo spesso le cartucce HV di qualità sono dotate di pallini induriti al 5% di antimonio.
Pallini: le caratteristiche migliori, disciplina per disciplina
Nel precedente capitolo, quello legato alla velocità, abbiamo sottolineato quanto sia concreto il rischio di doversi scontrare con la deformazione dei pallini. La scelta delle loro dimensioni fa senz’altro la differenza.
Le discipline del tiro a piattello hanno proprie e differenti regole, e le specialità variano per traiettorie o distanze di ingaggio. Ognuna avrà bisogno di una giusta strutturazione di pallini nel bossolo a seconda del potere fratturativo che servirà per fare punto.
La dimensione dei pallini da scegliere nelle varie discipline
Ecco allora le configurazioni migliori, prendendo come riferimento le principali discipline olimpiche (aggiungiamo anche il Percorso Caccia, pratica di cui abbiamo già svelato i segreti, clicca qui):
- Skeet, pallini da 9 – 9,5 Le distanze sono brevi. Nella pedana centrale ci si confronta con piattelli vicini, mentre gli ultimi lanci arrivano fino a 26 metri. I pallini più piccoli (fino a 2 mm) sono quindi da prediligere, perché la loro misura aiuta a centrare il bersaglio che si trova in netta prossimità. Il potere fratturativo resta sufficiente e le rosate saranno generose. Pallini di dimensioni maggiori riescono comunque a rompere il bersaglio, ma le loro rosate saranno leggermente inferiori in termini di qualità.
- Trap e Double Trap, pallini da 7 – 7,5 – 8 Le distanze sono maggiori se paragonate a quelle dello Skeet. I pallini devono essere più grandi, per mantenere quella giusta energia necessaria a raggiungere il piattello. Obiettivo che verrà ingaggiato in seconda canna anche a 38 metri. Potremmo suggerire per la prima canna pallini 8 con diametro 2,3 mm o 7,5 (2,4). Per la seconda canna, vanno scelti pallini da 7,5 o 7.
- Percorso Caccia, 7 – 7,5 – 8 – 8,5 – 9 I bersagli in questa disciplina sono lanciati in diversi modi, svariate angolazioni e con distanze variabili. È utile quindi, sapere in anticipo lo schema di lancio previsto, per poter scegliere la giusta cartuccia.
Le caratteristiche dei pallini
Una cartuccia da tiro di qualità avrà una serie di fattori che la differenzieranno dalla concorrenza. Un ruolo importante assumono i pallini, che per offrire prestazioni di livello, devono soddisfare due parametri:
- Sfericità: nelle migliori cartucce i pallini sono attentamente selezionati. La forma ne conserva l’energia e riduce la deviazione. Per aumentare la sfericità, si può ricorrere a trattamenti in superficie (con una copertura galvanica) o lisciatura (a base di grafite).
- Durezza: aggiungere durezza sviluppa la capacità di rottura. Per questo nella lega di piombo dei migliori pallini viene aggiunto antimonio, elemento chimico e semimetallo che ne ottimizza le proprietà. Il risultato porta a rosate dense e pallini che conservano in fase iniziale la loro sfericità, nonostante le forti sollecitazioni. Generalmente l’antimonio è presente in una quantità che varia dal 3 al 5% rispetto alla massa del piombo.
Borraggio e grammatura, il settaggio perfetto per fare centro
La borra è una parte della cartuccia da tiro che ha avuto una notevole evoluzione. Dal passaggio dei bossoli di cartone alle moderne borre-contenitore fatte di plastica, le sue funzioni sono aumentate, riuscendo sempre di più a contenere i gas di combustione a beneficio del colpo.
Esistono ormai cartucce con borre speciali, che variano a seconda della grammatura scelta e che permettono variazioni nella tipologia di rosata voluta. Nello Skeet, ad esempio, le distanze sono brevi e servirà una rosata equilibrata.
La scelta però della borra ottimale deve passare dalle prove alla placca, di cui parleremo in seguito.
Anche la grammatura ha col tempo subito cambiamenti, portando il tiratore a poter opzionare cartucce che possono andare dai 24 ai 28 grammi. Si può passare da cariche lente a cariche veloci, con pregi e difetti del caso.
Come testare la cartuccia: ecco le prove da fare
Il passaggio da una cartuccia all’altra richiede sempre una serie di prove sul campo. In queste discipline il poter capire l’efficacia del tipo di cartuccia potrebbe essere fondamentale per ottenere un punteggio migliore.
Il mercato offre un elenco lunghissimo di soluzioni nel panorama delle cartucce, quindi è bene avere alcune solide basi al fine di ricercare il prodotto più adatto alle proprie esigenze.
Il modo però, più scientifico per testare davvero la cartuccia da tiro, è quello di eseguire delle prove alla placca. Questa procedura elimina tutte le variabili soggettive, permettendo una visione balistica completa.
Il consiglio è quello di non sostituire mai l’allenamento alla prova su placca, ma di eseguire entrambi i passaggi. In generale, basterà in media un pacco da 250 cartucce per avere un quadro generale della loro efficacia. Si potrà così decidere se continuare con quelle o scegliere altre tipologie di cartucce.
Le prove alla placca: come si fanno
Il passaggio da una cartuccia all’altra richiede sempre una serie di prove sul campo. In queste discipline il poter capire l’efficacia del tipo di cartuccia potrebbe essere fondamentale per ottenere un punteggio migliore.
Il mercato offre un elenco lunghissimo di soluzioni nel panorama delle cartucce, quindi è bene avere alcune solide basi al fine di ricercare il prodotto più adatto alle proprie esigenze.
Il modo però, più scientifico per testare davvero la cartuccia da tiro, è quello di eseguire delle prove alla placca. Questa procedura elimina tutte le variabili soggettive, permettendo una visione balistica completa.
Il consiglio è quello di non sostituire mai l’allenamento alla prova su placca, ma di eseguire entrambi i passaggi. In generale, basterà in media un pacco da 250 cartucce per avere un quadro generale della loro efficacia. Si potrà così decidere se continuare con quelle o scegliere altre tipologie di cartucce.
Le distanze
Ogni disciplina ha la sua distanza di ingaggio. La placca va quindi posta seguendo alcuni criteri di seguito elencati:
- Trap. La placca va tra i 27 e i 31 metri per la prima canna, mentre per la seconda dovrebbe raggiungere i 36 metri che è la distanza idonea per i colpi di recupero.
- La distanza consigliata è tra i 20 e i 22 metri, range in cui di solito si ingaggia il piattello.
- Percorso Caccia. I lanci variano di molto, ma la stragrande maggioranza dei colpi avviene tra i 25 e i 30 metri.
Terminate le prove alla placca, si potrà passare al campo da tiro, cominciando magari con schemi conosciuti per prendere facilmente dimestichezza e confidenza con le nuove cartucce.