Il Percorso di Caccia sta conquistando sempre più appassionati. Del resto è una disciplina che raccoglie un grandissimo numero di praticanti, perché può intrigare sia i tiratori che i cacciatori stessi. Questa attività possiamo definirla proprio come l’anello di congiunzione tra i due mondi. Se da una parte si mira ai piattelli, dall’altra questi vengono lanciati con imprevedibilità, con traiettorie che simulano il più possibile il movimento della selvaggina.
Cosa non da poco conto, se si predilige un ambiente naturale dove poter mettersi alla prova con un contatto più stretto possibile con il circondario. Ma non solo. Sicuramente il Percorso di Caccia, che come vedremo successivamente si divide in due rami (Sporting e Compak), è anche un buon modo per familiarizzare con il fucile.
Essendo le traiettorie notevolmente diverse tra loro, ci si deve cimentare con varie tecniche di sparo, che potranno così essere facilmente apprese, anche più velocemente rispetto alle tradizionali discipline olimpiche. Inoltre, è possibile utilizzare alcuni tipi di fucile da caccia e poi capiremo quali: così, i neofiti ed i cacciatori potranno prendere dimestichezza con i piattelli senza dover inizialmente avere ulteriori spese per cambiare arma.
Andiamo ora nel dettaglio e scopriamo com’è fatto un Percorso caccia.
Due specialità e lanci inattesi: mettersi alla prova con il Percorso Caccia
Il Percorso Caccia è tutt’altro che sedentario, anzi riesce a congiungere alla perfezione la passione del tiro a volo con quella dell’attività venatoria. Si divide in due specialità, Sporting e Compak, ma prima di parlare delle differenze, focalizziamoci sulle caratteristiche comuni: il lancio del piattello.
Dovendo infatti simulare il più possibile il movimento delle varie selvaggine, i lanci sono effettuati seguendo e imitando traiettorie di volo o corse. Alcuni bersagli sono predisposti pensando a giri davvero fantasiosi, per rendere il colpo ancora più spettacolare e impegnare il tiratore.
Le pratiche sono invece due:
Sporting: si associa molto all’esercizio venatorio. Chi sceglie lo Sporting infatti si trova a passare da una postazione all’altra di tiro inoltrandosi dentro ambienti naturali. Un particolare passaggio fra boschi e spazi aperti che ricorda molto il modo di muoversi di un cacciatore, con il percorso che si snoda nella natura.
Compak: è molto più simile alle “tradizionali” discipline olimpiche. In questa specialità non ci si sposta all’interno di ambienti naturali, ma il tiratore si deve confrontare con i bersagli in cinque postazioni. Mettendosi all’interno di pedane prestabilite, la visione d’insieme è sicuramente più chiara, dal momento che l’area di lancio è delimitata.
Un’altra caratteristica del Percorso Caccia è il particolare schema con cui vengono lanciati i piattelli, che è diverso dalle varie discipline olimpiche, dove il bersaglio fa alcuni movimenti che possiamo definire “standard”.
Nelle gare di Sporting o Compak infatti si possono trovare le variabili più fantasiose (è il regolamento della federazione che suggerisce di mettersi sempre alla prova). Ma alcune versioni sono ormai diventate lanci classici, perché utilizzati con frequenza per la loro spettacolarità.
Lepri, tortore o “candele”. I lanci nel Percorso Caccia
Andiamo brevemente a vedere quali sono i lanci più impiegati nelle due specialità, giusto per potersi concentrare poi sui consigli su come rompere il maggior numero di piattelli. Alcuni di questi lanci prendono il nome proprio dalla selvaggina di cui simulano il movimento.
Piattello tortora: sono lanciati due bersagli ai lati della postazione e questi compiono tragitti completamente diversi tra di loro. Le principali variabili sono tre e legate alla traiettoria: possono infatti avere la stessa traiettoria e partire a poca distanza; possono avere direzioni diverse ma partire dalla stessa postazione; possono partire da più postazioni con traiettorie differenti tra di loro.
Piattello lepre: il bersaglio in questo caso rotolerà sul terreno molto velocemente. Ciò è reso possibile da un macchinario che lo scaglierà con velocità a terra. Questo modo di fare gli imprime una rapidità notevole, che a contatto con il suolo genera anche rimbalzi particolari. Il movimento di tale bersaglio, che ricorda appunto quello della lepre, dipende assai dalla morfologia del campo, che ne accentua o meno i “saltelli”, e dalla posizione da cui viene sparato il piattello.
La candela: è considerato uno dei lanci più difficili da prendere, in cui il piattello è scaraventato con velocità verso l’alto, perpendicolarmente. La problematica per colpire il bersaglio sta proprio nel capire qual è la sua effettiva velocità e calcolare il tempo per agganciarlo. C’è chi preferisce far fuoco con “la candela” in salita, chi aspetta che rallenti o chi invece opta e punta nella discesa come momento giusto per sparare. Secondo alcuni è nato per emulare il volo dell’alzavola.
Piattelli doppi: vengono lanciati due piattelli in sequenza, anche se il tiratore non sa quando partirà il secondo né da quale postazione. Quindi la difficoltà sta proprio nell’individuare in quale momento è meglio colpire ogni singolo bersaglio.
Piattello “da dietro”: il bersaglio viene fatto partire da dietro rispetto alla posizione del tiratore, con il piattello che passa sopra la sua testa. L’altezza è una delle variabili da considerare, così come la traiettoria, che può avere delle particolari angolazioni. Sicuramente uno dei lanci più “duri”, perché il tiratore non sa da dove arriverà il suo obiettivo, ma lo vede praticamente entrare nel raggio d’azione in un lampo. In questo caso il suggerimento è di intercettare il piattello quanto prima, per evitare che, superandoci, la sua traiettoria diventi troppo complessa.
Pull e Mark: i lanci dello Skeet sono molto utilizzati nel Percorso Caccia usando così i lanciapiattelli Pull e Mark, tipici di questa disciplina.
Piattello micro: al posto di usare il “classico” bersaglio, si predilige un piattello più piccolo per aumentare la difficoltà.
Come rompere più piattelli: alcuni consigli per il Percorso Caccia
Ora che abbiamo visto le principali caratteristiche del Percorso Caccia, possiamo definire quali sono i suggerimenti utili per colpire il maggior numero di piattelli possibile.
La giusta posizione di tiro
Ci sono varie scuole di pensiero su come bisogna sistemare il proprio corpo prima di imbracciare l’arma. C’è chi suggerisce una posizione con gambe molto divaricate, altri meno. Una buona soluzione è quella di posizionarle con la stessa ampiezza delle spalle, dal momento che con questa posizione ci si potrà muovere con maggiore fluidità.
Poi ci sono il busto e il bacino: posti leggermente più indietro, permettono movimenti più “morbidi” e precisi.
Lo sguardo
Per prendere una giusta mira, la cosa importante è l’osservazione del piattello. Ti consigliamo di scegliere un’area visiva non troppo grande: meglio concentrarsi su dove immaginiamo compaia il piattello. Importante però è tenere sempre la coda dell’occhio rivolta alla lanciapiattelli, punto dal quale verrà lanciato il nostro obiettivo.
Bisogna poi “mettere a fuoco” il piattello. Cosa che può sembrare semplice e banale, ma non è sempre così: guardare chiaramente, senza focalizzare la nostra attenzione sull’arma o quant’altro.
Come dicono gli esperti del resto, non puoi colpire senza vedere: concentrazione massima sul piattello allora, piuttosto che sul resto.
Attenzione alla velocità del piattello e del fucile
Un fattore che bisogna sempre considerare è la velocità del piattello e quella dell’arma. Il bersaglio seguirà una sua traiettoria e lo spostamento che compiamo con il fucile deve essere il più possibile sincronizzato con questa. Tale abilità va appresa quanto prima per essere maggiormente efficaci in campo.
Appena si vede il piattello posizionarsi nell’area di tiro degli occhi, dovresti far ruotare l’arma alla stessa velocità delle spalle, imparando ad usare bene gambe e spalle.
Inoltre l’impugnatura, ribadiamo, va morbida: decisa, ma non troppo tesa.
Alcune tecniche di tiro efficaci
Vogliamo anche evidenziare due metodi per agganciare il piattello:
Con tiro mirato o accompagnato: bisogna individuare il punto di rottura e la zona di partenza del piattello. Entrambi vanno collegati con le canne, accompagnando così l’arma. È bene quindi poggiare le gambe salde al terreno per avere una giusta armonia nel movimento. Questo metodo è ideale per tiri più lunghi, dove è possibile capire bene il tragitto del bersaglio.
Con tiro istintivo o stoccata: servono riflessi molto rapidi. In questo caso il piattello supera il fucile, con il bersaglio che viene lasciato appena sotto o sopra la traiettoria. Nel mentre cerca di avvicinarti il più possibile ad esso. In sostanza quindi, bisogna individuare il punto in cui crediamo si troverà il piattello, poco più avanti o più in alto di dove è adesso: lì si indirizza il colpo.
Ecco il fucile più efficace per il Percorso Caccia
Come per le diverse discipline olimpiche del tiro a volo, anche per seguire un Percorso Caccia bisogna avere la giusta strumentazione. Per quanto riguarda il fucile, il sistema che meglio si adatta alle esigenze è un sovrapposto da tiro, da preferire sicuramente ai sovrapposti da caccia perché risulterebbero troppo leggeri.
Perché tale arma? I vantaggi sono molteplici. Intanto perché le due canne faranno giocare meglio su diverse strozzature e cartucce, per adattarsi al numero di piattelli e tiri, che nel Percorso Caccia sono molto diversi tra di loro. Perciò anche il selettore di tiro è davvero determinante, perché permette di scegliere la prima canna dalla quale far partire il colpo,.
Le canne sovrapposte inoltre durante il rinculo hanno spostamenti laterali minori di una doppietta. E, anche se più pesante del semiautomatico, ha, proprio per la sua stazza, un impennamento minore dopo lo sparo. Questo è un fattore indispensabile nei lanci doppi.
Ovviamente, anche se il sovrapposto è il fucile più performante per il Percorso Caccia, non è detto che non si possa usare un’arma semiautomatica. In tale disciplina si possono in effetti utilizzare tutte le tipologie di fucili a canna liscia. I semiautomatici, per la loro semplicità di utilizzo, sono davvero molto comodi. Sebbene, di contro, con quest’arma dovremo accontentarci della stessa strozzatura per entrambi i colpi.
È invece sicuramente molto importante la lunghezza delle canne. Perché più è pronunciata, più riusciremo ad allungare la linea di mira, quindi seguire l’aggancio. Nel Percorso Caccia i piattelli vengono lanciati con angolazioni e traiettorie molto diverse tra di loro e avere un’arma morbida è sicuramente positivo.
I tiratori di Compak normalmente optano per una lunghezza variabile dai 76 agli 80 centimetri, anche se alcuni scelgono addirittura di aumentare ulteriormente le misure. Se da una parte ciò gioverà per quel che riguarda la vostra precisione, dall’altra si rischia “l’appruamento” dell’arma. Importante in questo caso sarà il bilanciamento del tutto. Per lo Sporting invece, generalmente la lunghezza delle canne è tra i 70 e i 72 centimetri, per avere un fucile adatto anche a tiri di stoccata più ravvicinati.
Quanto al calcio, è necessario che si adatti il più possibile alla fisionomia del proprio corpo. Prova a dare una vista alle innumerevoli regolazioni del nostro Futur-K6-AM.
Posso usare un fucile da caccia per il Percorso Caccia?
Ci sono degli aspetti negativi nell’usare fucili da caccia. Intanto questi sono pensati per sparare con una frequenza inferiore ad un’attività sportiva con il bersaglio. Sono inoltre progettati per essere trasportati facilmente e quindi sono più leggeri: questo significa maggior rinculo.
Già con i moderni semiautomatici la questione cambia. Sono robusti e, se di ottima qualità, si possono imbracciare senza problemi pure nel Percorso Caccia.